La sopravvivenza dell’umanità dipende prevalentemente dal risparmio
energetico e si dice ... dalle energie rinnovabili..
Una crescita “normale” dell’energia solare, eolica, idroelettrica, ai ritmi degli ultimi anni, sarebbe però a malapena sufficiente perché tutte le rinnovabili conservino la loro quota sul totale.
Bisogna tenere presente che la popolazione cresce tra i 75 e gli 80 milioni di persone all’anno e per effetto dello sviluppo economico, “nei prossimi vent’anni due miliardi di persone passeranno da un reddito pro capite di diecimila dollari l’anno a uno compreso fra i dieci e i trentamila dollari”
Conseguenza: entro il 2030 il consumo mondiale di energia elettrica sarà raddoppiato.
Se dovesse restare invariata la nostra dipendenza attuale dalle energie fossili, che è circa dell’85%, secondo le proiezioni dell’Ocse in quarant’anni aumenteranno del 50% le emissioni di CO2.
Resteremo comunque all’interno dello scenario Ocse: prevalentemente dipendenti da energie fossili che ci porteranno al disastro.
Bisogna liberarsi di alcune illusioni: la scorciatoia dell’efficienza, quella tecnologica, e quella romantica.
La visione “romantica” vede un futuro tutto sole e vento ma tende a sottovalutare i costi complessivi delle rinnovabili, e quindi le resistenze sociali e politiche che incontreranno, se il loro uso dovesse essere esteso nella misura che ci è veramente necessaria.
Bisogna risalire al 1600 per ritrovare un’epoca in cui “l’Europa viveva esclusivamente di energie rinnovabili: legname, mulini a vento e ad acqua”.
Quel modello era sostenibile grazie a due fattori: la popolazione che era una frazione di quella attuale, e il tenore di vita modestissimo dell’èra pre-industriale.
Basta cambiare l’uno o l’altro, per accorgersi che i conti non tornano. “Oggi perfino se tornassimo ai livelli di consumo di quattro secoli fa, con la popolazione attuale non basterebbe , le equazioni numeriche sono spietate, ma da lì bisogna partire per non fare ipotesi irrealistiche.
Non va sottovalutato per questo l'approccio che noi sosteniamo e che trova conferma nella strategia europea sulla biodiversità , il testo indirizza le politiche Europee a un approccio economico che tenga finalmente conto del territorio su cui concentrare tutte le azioni di resilienza possibili .
Recensione : Too Much Magic, Wishful Thinking, Technology and The Fate of the Nation.
Una crescita “normale” dell’energia solare, eolica, idroelettrica, ai ritmi degli ultimi anni, sarebbe però a malapena sufficiente perché tutte le rinnovabili conservino la loro quota sul totale.
Bisogna tenere presente che la popolazione cresce tra i 75 e gli 80 milioni di persone all’anno e per effetto dello sviluppo economico, “nei prossimi vent’anni due miliardi di persone passeranno da un reddito pro capite di diecimila dollari l’anno a uno compreso fra i dieci e i trentamila dollari”
Conseguenza: entro il 2030 il consumo mondiale di energia elettrica sarà raddoppiato.
Se dovesse restare invariata la nostra dipendenza attuale dalle energie fossili, che è circa dell’85%, secondo le proiezioni dell’Ocse in quarant’anni aumenteranno del 50% le emissioni di CO2.
Resteremo comunque all’interno dello scenario Ocse: prevalentemente dipendenti da energie fossili che ci porteranno al disastro.
Bisogna liberarsi di alcune illusioni: la scorciatoia dell’efficienza, quella tecnologica, e quella romantica.
La visione “romantica” vede un futuro tutto sole e vento ma tende a sottovalutare i costi complessivi delle rinnovabili, e quindi le resistenze sociali e politiche che incontreranno, se il loro uso dovesse essere esteso nella misura che ci è veramente necessaria.
Bisogna risalire al 1600 per ritrovare un’epoca in cui “l’Europa viveva esclusivamente di energie rinnovabili: legname, mulini a vento e ad acqua”.
Quel modello era sostenibile grazie a due fattori: la popolazione che era una frazione di quella attuale, e il tenore di vita modestissimo dell’èra pre-industriale.
Basta cambiare l’uno o l’altro, per accorgersi che i conti non tornano. “Oggi perfino se tornassimo ai livelli di consumo di quattro secoli fa, con la popolazione attuale non basterebbe , le equazioni numeriche sono spietate, ma da lì bisogna partire per non fare ipotesi irrealistiche.
Non va sottovalutato per questo l'approccio che noi sosteniamo e che trova conferma nella strategia europea sulla biodiversità , il testo indirizza le politiche Europee a un approccio economico che tenga finalmente conto del territorio su cui concentrare tutte le azioni di resilienza possibili .
Recensione : Too Much Magic, Wishful Thinking, Technology and The Fate of the Nation.
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